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Fare i conti

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E anche queste feste natalizie si sono concluse.


Un altro capitolo è cominciato.


Un anno nuovo è giunto e noi ci troviamo a fare i conti.


Contiamo i soldi che abbiamo in tasca.

Contiamo I chili che abbiamo preso...o perso.

Contiamo il numero di volte in cui potremo scegliere di mangiare, allenarci, socializzare.

Contiamo I giorni in cui dovremo lavorare prima della prossima "pausa" mentale che possiamo concederci...perché dopotutto questo facciamo. Sopravviviamo aspettando weekend e feste per concederci quel riposo che quotidianamente non ci è possibile avere.


Se sei un bambino o adolescente devi studiare, fare i compiti, imparare a suonare uno strumento, fare sport - magari anche cambiandolo spesso per apprendere le diverse forme del movimento -, frequentare un corso di inglese extra scolastico perché ormai ci insegnano fin da piccoli che "senza l'inglese non si va da nessuna parte". Il tutto ovviamente mentre si è in crisi perché si sta cercando la propria identità, dono sociale perché riconosciuto dalla società con la quale, però, sempre meno abbiamo il tempo di interagire.

Per non parlare di quanto ballino le nostre idee in quel periodo, cercando un assestamento in una realtà che si scopre essere diversa da quella che ci era stata raccontata e idealizzata quando ci dicevano "conquisterai il mondo:".


Se sei giovane devi "fare gavetta" accettando un lavoro sottopagato che se ti va bene rispetta almeno ciò per cui hai studiato una vita intera (o quasi), alternativamente devi anche accontentarti del primo incarico che trovi disponibile perché ormai puoi camparti solo da solo dato che nemmeno i genitori riescono più a sostentare i propri figli e seppur si spacchino la schiena, non basta mai perché all'aumento delle ore di lavoro, corrisponde solo un aumento dei costi di ogni cosa.


Se sei adulto devi lavorare, badare alla casa, magari anche qui dedicare del tempo all'attività fisica e alla cucina per non lasciar degradare il corpo internamente ed esternamente, fare di tutto per ritagliare ancora del tempo per la vita sociale o la noia.

Già, la noia, che non è sempre negativa badate bene.


L'istanza creativa prende adito dalla noia, spessissimo anche negli adulti e non solo nei bambini che invece, oggi, sono bombardati di cose da fare per cercare di fargli raggiungere la vetta o il podio, oltre ad essere inondati di regali che nemmeno hanno desiderato.

Avete mai notato la violenza con cui tabti bambini scartano la carta da regalo per poi subirsi anche il loro "ma non è quello che volevo".

Oggetti inutili che rimarranno a marcire dopo poco. E noi, esseri adulti che gli abbiamo fatto quel dono, ci arrabbiamo anche, chiedendoci persimo il perché.

Ci auguro di poter cominciare a vivere e non solo sopravvivere, non come animali ma come esseri umani.

- Akali


#behuman

Fare i conti
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