Fin troppo spesso abbiamo lโimpressione di essere succubi del passato.
Sentendoci schiavi del tempo, che sembra non bastare mai, o dei nostri errori, che ci appaiono sempre fin troppo gravi per poter anche solo pensare di poter โguardare avantiโ, auto-vincoliamo il nostro presente ad ogni singola azione che abbiamo messo in atto e ad ogni sentimento che abbiamo provato.
In realtร , quando ci troviamo faccia a faccia con quello che rappresenta il nostro vissuto, abbiamo due possibilitร : imparare a riconoscere ed accettare, scegliendo di โandare avantiโ o continuare a crogiolarci nel letto, rimanere nella nostra โcomfort zoneโ, passivi, aspettando che qualcosa accada e spazzi via ciรฒ che ci ha fatto cadere in quel vortice, quella sensazione di aver sbagliato o di non aver fatto abbastanza; quella consapevolezza che se avessimo intrapreso unโaltra strada, sarebbe andata in modo differente.
Auto-assoggettarsi al passato potrebbe essere deleterio ed impedire alla persona di vivere a pieno il presente; la stessa conseguenza si potrebbe presentare pensando eccessivamente al futuro, ovvero a โcosa accadrebbe seโฆโ.
Ciรฒ che inibisce la nostra capacitร di โessereโ e non solo โesistereโ nel qui ed ora, รจ la paura.

Abbiamo paura di sbagliare, di scegliere, di provare ed esprimere sentimenti.
Abbiamo il terrore di noi stessi, di ciรฒ che saremmo in grado di fare se avessimo il coraggio di metterci in moto ed agire come vorremmo, secondo i nostri principi e valori.
Viviamo lโincubo dellโAltro, del โdiversoโ, di ciรฒ che potrebbe pensare di noi.
Scegliamo arbitrariamente di abitare nella โpaura diโ, fino a diventare personificazioni della paura stessa; incarnazioni umane di quello che viene definito uno stato emotivo consistente in un senso di smarrimento ed ansia di fronte ad un pericolo reale o immaginario o dinanzi ad una cosa, ad un fatto che รจ o si crede dannoso: piรน o meno intenso secondo le persone e le circostanze, che assume il carattere di un turbamento forte ed improvviso, il quale si manifesta persino con reazioni fisiche, se il pericolo si presenta in modo inaspettato.
Il problema piรน grande che ha generato tutta questa inquietudine, รจ che siamo giunti a temere la vita e non la morte.
Abbiamo paura di sentirci troppo vivi perchรฉ non sappiamo come viverla questa vita. Desideriamo costantemente piรน di ciรฒ che giร possediamo, inconsapevoli che, forse, ciรฒ che abbiamo รจ sufficiente.
Dunque, guardiamo avanti, ma non troppo.
Guardiamo indietro, senza farci sopraffare.
E viviamo il presente, lโunico che possiamo ancora controllare.
Solo in questo modo potremo sperare di sentirci โliberiโ: di amare, di esprimere noi stessi, di sognare, di provarci, di giocare come bambini, di fare ciรฒ che sentiamo, di essere noi stessi, completamente.
Non vergogniamoci per ciรฒ che siamo.
Cominciamo a cercare la luce che risplende dentro di noi. Non sempre รจ evidente, ma รจ lรฌ, silenziosa, senza far rumore, che aspetta solo di essere trovata.
Quante volte ci siamo guardati allo specchio oggi? Forse una decina.
E quante volte ci siamo fermati per dirci โsono fiero/a di meโ? Molto probabilmente... Nessuna.
Ecco. Nessuna.

In questo mondo che urla sempre di piรน a causa del Covid-19, ci viene richiesto di rimanere โaggiornatiโ e costantemente โonlineโ, rendendo necessario lโessere veloci, rapidi, flessibili, scattanti, iper-efficienti.
In questa situazione globale che sembra introiettare dentro ognuno di noi schemi di vita giร predestinati, dobbiamo imparare a fermarci davanti allo specchio ogni tanto, fare un respiro profondo e guardarci negli occhi.
Dobbiamo riflettere sul passato e visualizzare il presente per capire quanta strada abbiamo giร percorso ed in che modo, nonchรฉ riuscire ad agire e poter aprire le porte ai possibili futuri.
Seguendo questa via, fissando quella figura davanti a noi, che fin troppe volte tendiamo a disprezzare, riusciremo finalmente a dire, a noi stessi โoggi sono fiera/o di me. Sono libera/o. Sono Meโ.
-Giulia, Akali Pavan
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