Instagram mi ricorda, proprio oggi che esattamente 4 anni fa ero immersa nella natura almeno tanto quanto, oggi, sono sommersa dai pensieri.
Una natura con la quale abbiamo perso il contatto. La stessa che potremmo considerare impossibilitata a "snaturarci" come, invece, hanno la capacità di fare gli individui.
Proprio come un centinaio di sciocchi, non fanno un uomo saggio, una decisione eroica non è incline a provenire da cento codardi.
Il risultato di tutto ciò è la terrificante rapidità dei cambiamenti.
Ma esiste per tutti il giorno zero.
Abbiamo bisogno di contadini, di poeti, gente che sa fare il pane, che ama gli alberi e riconosce il vento; che respira senza affanno e sente il calore del fuoco che arde dentro sé. Persone che si specchiano nell'acqua e sanno discernere la vera luce dal suo accecante riflesso su di essa.
Più che anni della crescita, sarebbe necessario pensare a generare anni per l'attenzione.
Attenzione a chi cade, al sole che nasce e che muore, ai ragazzi che crescono, attenzione anche a un lampione che non funziona bene, ad un muro sporco, ad un mascherina buttata per strada.
Attenzione ai gesti, alle parole, alle sensazioni e alle emozioni.
Attenzione alle presenze e a far caso a quando ci si sente vivi, felici, in pace...come se per un momento non avessimo fatto attenzione, invece, al male, al dolore, agli impegni, alle dicerie, alle cattiverie, al rancore e al rimpianto. Alla tristezza, alla depressione, all'ansia che sentiamo provenire da un mondo in continua accelerazione.
Bisogna chiudere i cicli, pur se ciò può sembrare paradossale. Come si fa a chiudere qualcosa di ciclico?
...bisogna farlo, non per orgoglio, incapacità o superbia; semplicemente perché quella cosa esula ormai dalla propria vita. Chiudi la porta, cambia musica, rimuovi tutta quella "polvere".
Se vuoi uccidere te stesso, distruggi ciò che non ti piace e non ti fa bene. Morire, senza smettere di esistere, ti consentirà di vivere.
È inutile cercare di riparare il mondo fuori, quando l'unica cosa da riparare è il mondo dentro.
Saremo "maledetti" sia se compiamo quel passo, che se non lo facciamo.
-Giulia, Akali Pavan
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